mercoledì 9 febbraio 2011

India



Non é stato un viaggio riposante e nemmeno troppo salutare ma é stato bellissimo. Molto intenso, emozionante.





Difficile raccontare, ho visto così tante follie e assurdità che non so bene da dove cominciare.


La vacanza non era iniziata benissimo. L'aereo perdeva carburante, siamo partiti 24 ore dopo, 20 delle quali trascorse abbivaccati in aeroporto (con una pessima assistenza da parte della Jet Airways, abbandonati a noi stessi).
L'arrivo a Dehli in pieno pomeriggio é stato surreale. Alle 15 causa inquinamento sembrava già sera, tutte le piante e gli alberi ricoperti di fuliggine, vagamente post atomico. Già in aeroporto lo smog (a livelli veramente inimmaginabili) mi ha scatenato un'asma furibonda, insomma come inizio non é stato proprio benaugurante. Invece una volta che ci siamo adattati al rumore, al traffico claustrofobico, alla lentezza, alla burocrazia assurda é andato tutto bene. C'é stato solo un giorno un pò stressante durante il quale a causa di uno sciopero con dimostrazioni e lancio di pietre abbiamo dovuto fare 300 km evitando tutte le strade principali. Per fare 300 km scarsi, praticamente tutti su sterrato, abbiamo impiegato 10 ore!! Un incubo che non finiva più. Ad un certo punto a tarda sera quando ormai qualcuno cominciava a delirare, una persona del gruppo ha scambiato gli occupanti di un auto in panne per dimostranti e c'é stato un attimo di panico. A ripensarci adesso rido (ma che viaggiatori coraggiosi!) ma in quel momento non é stato divertente.





Per il resto tutto é stato una sorpresa e mi ha colpito profondamente. Ero partita attrezzata da guerra: un mezzo trolley di cibo, una scorta di disinfettanti e antibiotici in grado di curare un mezzo continente, vaccinazione anti epatite A, mi ero riproposta di non mangiare nulla che non fosse più che sicuro, insomma la solita turista fifoncella che vuole andare dappertutto ma non vuole rischiare.
Beh quando sono arrivata mi sono immediatamente arresa. Innanzitutto diciamo che é uno di quei paesi nei quali o ti lasci andare e rischi il mal di pancia o digiuni. Ma non é stato questo a farmi desistere dal mio solito igienismo, in passato ho fatto viaggi passando anche 10 gg. mangiando solo crackers e biscotti. Forse stavolta la battaglia sarebbe stata davvero impossibile? Non lo so, é come se fossero cadute certe barriere. Opporre resistenza sarebbe stato come rifiutare quel paese e invece a me quel posto assurdo é piaciuto da morire (cibo compreso, delizioso!!). Io che sono una di quelle perfettine che se ha i pantaloni freschi di bucato non si siede per terra neanche se sta svenendo, che se ha le mani sporche piuttosto che toccare il cibo si lascia sparare, una che in cucina ha criteri così severi che al confronto i Nas sono dei superficiali, beh...ma chi se ne frega. Misteri della psiche umana. Comunque quando mio figlio ha voluto farsi una foto ricordo insieme ad un Sadhu (un santone) ricoperto di ceneri umane e questi lo ha abbracciato sicché la giacca del figliolo (di pelle, nuova, sigh...) ne é rimasta bella imbrattata ho avuto un attimo di mancamento! :-)





Ce ne sono stati tanti di momenti indimenticabili in questo viaggio. In risciò per le strade di Varanasi nell'ora di punta, parossismo puro. In India il clacson non serve per segnalare le emergenze ma per comunicare. "Guarda che intendo superarti" botta di clacson assurda,l "occhio che sto per investirti" altra botta di clacson assordante e via così. Alla fine la cacofonia é insostenibile, così come la massa di gente, dà quasi il panico, mi veniva la tachicardia neanche fossi ad un rave.
In barca sul Gange per vedere la cerimonia serale di preghiere e le cremazioni all'alba, non dimenticherò mai le sensazioni che ho provato. Lo stesso girando attorno allo stupa di Sarnath recitando un mantra. Ho percepito un'energia generale quasi palpabile e ho provato un momento di felicità assoluta, non avrei più smesso.





Purtroppo di momenti di contatto con le persone del luogo non ce ne sono stati tanti quanti avrei voluto. La nostra guida locale per ottimizzare i tempi già molto stretti e non rischiare imprevisti oltre a metterci perennemente fretta come da procedura tipica dei viaggi organizzati, ci invitava a non parlare con nessuno, soprattutto a "non dare confidenza agli ambulanti che sennò poi non ve li levate più di torno" ecc. Però poi allo stesso tempo ci ha fatto conoscere realtà fuori dai soliti circuiti turistici , ci ha portato a trovare le anziane di un ospizio solo per vedove (in India la condizione delle vedove é sempre stata ed é ancora tremenda, spesso sono costrette a vivere di elemosine, in strada, abbandonate dalla loro famiglia) alle quali ho potuto regalare il mio trolley di cibo. Nonne tenerissime hanno regalato a tutti noi delle caramelline come fossimo i loro nipotini in visita




Siamo stati in un ashram dove ad un certo punto uno degli ospiti é uscito nel giardino dov'eravamo, si é accucciato e...bello tranquillo ci ha fatto i bisogni in faccia! Che differenza di mondi, molto difficile da immaginare. Poi da occidentali ignari abbiamo fatto la gaffe di far sentire l'i-pod a dei ragazzini che erano lì per studiare ritirati dal mondo (il loro insegnante non ha gradito ma se sapesse che nell' I-pod c'era quell'allegrone di Guccini forse non si sarebbe inquietato più di tanto) piccini, erano curiosi, chiedevano cos'é questo e cos'é quello e noi ci siamo cascati come pere... Probabilmente, vista la rapidità con la quale il paese sta crescendo economicamente, tra pochi anni sarà tutto molto cambiato o forse non più di tanto, chissà.
Poi c'é stata la visita a casa del Sadhu. Mamma mia...Una stanza minuscola con vista sul crematorio principale di Varanasi, ci saranno stati 50 gradi, ad un certo punto entra lui, ricoperto solo di un perizoma e...di cenere umana. Inizia a truccarsi ed ad un certo punto per farci sentire quanto sono pesanti le collane che metterà al collo a chi le porge??? A me. Tutte belle impastate di cenere (e nel frattempo i 50 gradi, causa giacca pesantina che porto sono diventati 80)! Poi la foto ricordo di cui vi dicevo sopra, che delirio! Ora ci rido ma la notte poi ho dormito male come avessi visto un film dell' orrore.



E poi, dulcis in fundo, stavolta, così come l'anno scorso in Sudafrica sono riuscita a trascinare con me l'adorato figliolo. A 20 anni preferiva forse un Capodanno più festaiolo con i suoi amici ma per fortuna il paese l'attirava ed io ne sono stata felice. Ci vediamo così poco durante l'anno.. E' la mia vita.