domenica 1 settembre 2019

Domeniche


Oggi ho riguardato i vecchi super 8  dello zio Tino. Ci siamo tutti, mia sorella che all'epoca era un tombolotto imbronciato pieno di pieghe, le mie guanciotte a far provincia, papà, giovane e magro, com'era bello, i cugini Ivana e Marco, le zie (accidenti quanto erano rotonde, devo andare da un nutrizionista), lo zio che a volte non riprendeva ma giocava anche lui, c'erano tutte le speranze del mondo in quelle domeniche con la seicento a Santo Stefano d'Aveto o al mare con il canotto. Tre sorelle con i loro mariti, i bambini, divertimenti semplici in mezzo ai sacrifici di tutti i giorni, un pic nic e qualche prato con le margheritine da raccogliere, gare di salti e capriole, qualche passeggiata. Anche per colpa di una cinepresa d'anteguerra senza sonoro sembrano immagini di un secolo fa.
C'è una sequenza bellissima, di una tenerezza struggente dove probabilmente lo zio regista dice "camminate verso di me tutte insieme" e loro  tre avanzano, sorridendo timidamente, con le loro gonne anni '60, le pettinature cotonate, un pò impacciate perché la cinepresa le inibisce. C'e' tutta la loro gioventù, la bellezza, si intuiscono la pelle vellutata e i capelli ancora folti. Come sanno essere bastardi i ricordi.
Penso a tutte quelle speranze che spesso sono state disattese, anche tragicamente, a volte no, c'e' chi ha avuto nipoti e una vita lunga,  chi non ha finito di veder crescere nemmeno le proprie figlie, matrimoni più o meno riusciti, soddisfazioni e fallimenti distribuiti con pari generosità, la vita insomma. 
Mi è capitato a volte che scattando una foto abbia pensato proprio questo: chissà cosa proverò quando la riguarderò tra tanti anni, dove sarò, che ne sarà stato di me. In momenti particolarmente impegnativi l' ho pensato già solo facendo il cambio di stagione dell'armadio.
Da certe prospettive e vista dalle lunghe distanze la vita mi è spesso sembrata terrorizzante.
Poi quando ti ci trovi ti butti e nuoti, non hai più tempo per preoccuparti ma vista invece come una  lunga saga familiare la cosa presenta tanti, troppi possibili colpi di scena. Sarà per questo che la lettura delle saghe mi ha sempre consolato? Leggendo quelle delle altre famiglie ti rendi conto che non è solo la tua a prendere schiaffi.
Comunque è rassicurante averne portata a termine la stesura di un pezzo già piuttosto lungo. Spesso è stato stancante, ancora lo è, a volte è stato avventuroso, ho avuto paura, sono stata felice, anche molto, sono stata amata e ho amato, molto anche in questo caso. Mi è capitato di sperperare: occasioni, soldi, saggezza e momenti troppo preziosi per essere sprecati, Ora non lo farei più ma allora non potevo capire. Spesso ho osato poco, avrei dovuto prendere un bel respiro e lanciarmi. Sono stata molto timida e molto ottusa, a volte superficiale, molto spesso vittima delle mie convinzioni.
Sono solo stata giovane.