Ieri sera ho rivisto dopo 30 anni il film che ha segnato l' inizio della mia passione per il cinema.
Era il 1978, avevo 13 anni e ricordo di essere andata al cinema (una piccola sala di provincia rimpiazzata da anni da un supermercato) da sola pur di vederlo perché né le mie amiche né mio padre erano stati disposti ad accompagnarmi. All' epoca ricordo di averlo apprezzato molto per la capacità di coinvolgermi oltre che per la bellissima fotografia. Ieri l' ho guardato ovviamente con tutt' altri occhi e alla luce di 30 anni di vita in più. In molti tratti l' ho trovato di una bellezza commovente, mi ha fatto piangere.
La mia famiglia era dalla parte di madre contadina ed é stato come ritrovare un mondo scomparso da tantissimi anni. So cosa voglia dire lavorare dal mattino alla sera, risparmiare, fare tutto in casa, aggiustare i vestiti o qualunque altra cosa invece di buttarla...
Per tornare al film trovo giusta ed indispensabile la scelta del dialetto bergamasco anche se purtroppo questo significa per il pubblico perdere molte parti dei dialoghi. Belle le musiche sacre di Bach, l' unico tipo di musica che si poteva avere occasione di sentire all' epoca. Anche se il film é piuttosto lungo é allo stesso tempo essenziale e rigoroso. Non c'é un particolare superfluo o sbagliato, così come a quel tempo non c'era spazio per l' inutile e non si potevano fare sbagli. Costavano cari, come ad uno dei protagonisti, cacciato dalla cascina per la semplice colpa di aver tagliato senza chiedere il permesso al padrone un albero per poter costruire degli zoccoli nuovi per suo figlio.
E' stato terapeutico vederlo. Ieri sera prima di mettermi davanti alla tv ero un pò di cattivo umore. Il fine settimana era stato al di sotto delle aspettative. Dopo la vita mi é sembrata di nuovo incredibilmente semplice e bella nonostante i problemi quotidiani ed un assortimento di rogne varie.
Era il 1978, avevo 13 anni e ricordo di essere andata al cinema (una piccola sala di provincia rimpiazzata da anni da un supermercato) da sola pur di vederlo perché né le mie amiche né mio padre erano stati disposti ad accompagnarmi. All' epoca ricordo di averlo apprezzato molto per la capacità di coinvolgermi oltre che per la bellissima fotografia. Ieri l' ho guardato ovviamente con tutt' altri occhi e alla luce di 30 anni di vita in più. In molti tratti l' ho trovato di una bellezza commovente, mi ha fatto piangere.
La mia famiglia era dalla parte di madre contadina ed é stato come ritrovare un mondo scomparso da tantissimi anni. So cosa voglia dire lavorare dal mattino alla sera, risparmiare, fare tutto in casa, aggiustare i vestiti o qualunque altra cosa invece di buttarla...
Per tornare al film trovo giusta ed indispensabile la scelta del dialetto bergamasco anche se purtroppo questo significa per il pubblico perdere molte parti dei dialoghi. Belle le musiche sacre di Bach, l' unico tipo di musica che si poteva avere occasione di sentire all' epoca. Anche se il film é piuttosto lungo é allo stesso tempo essenziale e rigoroso. Non c'é un particolare superfluo o sbagliato, così come a quel tempo non c'era spazio per l' inutile e non si potevano fare sbagli. Costavano cari, come ad uno dei protagonisti, cacciato dalla cascina per la semplice colpa di aver tagliato senza chiedere il permesso al padrone un albero per poter costruire degli zoccoli nuovi per suo figlio.
E' stato terapeutico vederlo. Ieri sera prima di mettermi davanti alla tv ero un pò di cattivo umore. Il fine settimana era stato al di sotto delle aspettative. Dopo la vita mi é sembrata di nuovo incredibilmente semplice e bella nonostante i problemi quotidiani ed un assortimento di rogne varie.
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