mercoledì 3 ottobre 2012

Lectio magistralis


fonte immagine: web

Grande lezione di vita quest'oggi, chiacchierando di prevenzione medica con una ragazza ed ascoltando la sua storia. Mi ha raccontato di come ha affrontato una grave malattia, che le ha lasciato tra l'altro delle conseguenze permanenti,  con il sorriso sulle labbra e neanche un' ombra di rabbia nella voce. Quando le ho fatto i complimenti per il suo coraggio, per la sua allegria e la positività che trasmette mi ha semplicemente detto "é il minimo, lo devo a quelli che non ce l'hanno fatta". Vero. Un tempo anch'io, che ho imparato la stessa lezione quand'ero molto giovane, la tenevo presente in ogni momento. Ogni mattina pensavo che era mio dovere vivere al meglio, con piena consapevolezza ed essere felice. Poi te ne dimentichi. Ti lasci sopraffare dalla routine, dalla stanchezza, dalla sveglia tutte le mattine alle 5 (invecchi anche un pò), diventi un automa ed inizi a brontolare. Un pò per giorno, sempre di più sino a che finisci col perdere di vista il fatto che sei una privilegiata per il semplice fatto di stare bene ed esserci. Chissenefrega se la tua vita sentimentale é più disastrata di Dresda dopo la guerra, la vita da pendolare ti stronca ed una montagnola di altre rotture simili. Da domani non mi lamento più, lo giuro, neanche in caso di problemi veri.
E' anche vero che ottimisti si nasce, che tanta grazia e leggerezza nell'affrontare la vita io non l'avrò mai perché sono nata molto più "pesante", la mia arma é piuttosto l'ironia, a volte é un umorismo anche piuttosto nero,  ma sono convinta che con un pò di disciplina ci si possa allenare.


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