venerdì 24 luglio 2020

Vacanze letterarie



Ed eccomi catapultata in Messico, solo con la fantasia purtroppo ma va già bene così. Merito di questo romanzo che sto divorando con la voracità di un predatore. Una storia familiare, straripante di colori e sapori, un viaggio che inizia con la villeggiatura estiva a Città del Messico di una famiglia emigrata anni prima in Texas e va poi a ritroso nelle vicende familiari fino ai primi del Novecento. Una famiglia grande e ingombrante, dove le donne occupano tutto il palcoscenico, nonna Tremenda con il suo scialle color caramello una per tutte. E' una storia scoppiettante, rumorosa e puzzolente di fritto, fatta di kitsch e devozione, tradizioni e superstizioni. Ma è anche una fiesta che ti travolge, una vacanza interminabile che ti da tanto tempo per riflettere, il ritratto profondo di un paese e di un'epoca. 
Interessanti le lunghe note in calce al testo, ormai so tutto sulla storia dei rebozos messicani (scialli ricamati coloratissimi indossati anche da Frida Kahlo), ironiche e intelligenti certe invenzioni linguistiche, bellissimo il taglio quasi cinematografico di alcuni capitoli.
Gli scrittori dell'America Latina con me fanno sempre centro perché più di tutti sanno guardare all'umanità in un modo ironico e commovente e lo fanno con una scrittura corposa, divertente, evocativa, una gioia per i sensi. Quando incrocio qualche libro come questo è pura felicità. 



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